Ricordo di Sr. Bernarda Tavares

Il 18 ottobre è tornata alla Casa del Padre, Sr. Bernarda Tavares, da anni una grande amica delle nostre Maestre. Sr. Bernarda ha operato per anni come missionaria nella difficile situazione dell’Iran. Nel 2015, Sr. Maria Teresa Crescini l’accompagnò a Teheran per un corso di esercizi spirituali (qui potete trovare il suo racconto di questo viaggio: Spiritualità e Cultura 2015).

Vogliamo ricordarla con le parole di Pino Gulia pronunciate durante la messa in suo suffragio celebrata lo scorso 24 ottobre. La celebrazione, presieduta da Sua Santità Louis Raphael I Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei, ha visto presenti anche Sua Ecc.za Mons. Ramzi, Vescovo della Comunità Caldea in Iran; don Franco Pirisi, salesiano, per oltre 40 anni missionario in Iran e Parroco della Chiesa latina in Teheran; le Suore di San Giuseppe di Cluny, che ospitavano Sr. Bernarda quando si trovava a Roma, e una rappresentanza delle Maestre Pie guidate da Sr. Eliana Massimi, Superiora generale.

«Vorrei sottolineare brevemente tre aspetti della vita di suor Bernarda:
1. Suor Bernarda ha perseguito la sua vocazione, e in particolare quella missionaria, con determinazione da sempre, anche quando tutto le era contro, a partire dalla sua famiglia di origine. E questa determinazione l’ha temprata, rafforzata, fino a farle avere un carattere non sempre facile. Ma questa è stata una sua caratteristica che, col tempo, l’ha portata a essere una testimone della fedeltà a una chiamata;
2. Suor Bernarda ha amato la Chiesa, soprattutto quella di rito Caldeo, che ha abbracciato con convinzione, come segno di incarnazione nella storia di un Paese, l’Iran, e di un popolo. Oggi il suo corpo nutre quella terra e si confonde in essa. Ha amato la Chiesa anche quando questa, quella cosiddetta ufficiale, è stata tiepida, se non fredda, nei suoi confronti. Mi permetto di ricordare i due anni di esilio trascorsi qui a Roma, quando, per motivi di sicurezza, le fu imposto di lasciare in poche ore l’Iran. Obbedì ma non si sentì mai, in quei lunghi mesi, protetta dalla Chiesa ufficiale. Le furono vicine in particolar modo le Suore di San Giuseppe di Cluny in questa Casa e molti amici di cui alcuni qui presenti;
3. Suor Bernarda è stata, infine, un cuore pensante. Un vero modello di femminilità. Aveva in sé il dono della sapientia cordis che le permetteva di discernere subito le parole e i gesti da rivolgere a chi la incontrava. Parole calde, se necessarie dure, gesti silenziosi, consigli concreti. A volte anche strappi dolorosi ma forse necessari. Sempre però ha riconosciuto il valore dell’altro. Questa donna, dal carattere difficile, ha gestito le sue relazioni con generosità, riconoscendo nel volto dell’altro quel prossimo cui rivelare il volto di Cristo. Oggi l’affidiamo al Signore perché l’accolga nella schiera dei Santi».