Sr. Karmen e Sr. Giuseppina ricevono il mandato per la missione popolare

Lo scorso settembre, in occasione del primo anniversario dell’alluvione che sconvolse la città di Livorno, le Maestre Pie sono state chiamate a collaborare ad una missione popolare organizzata dalla Caritas locale a cui hanno partecipato Sr. Giuseppina e Sr. Karmen. Il principale intento di questa missione è stato quello di essere vicini e accompagnare con una parola di speranza, una comunità cittadina che porta ancora su di sé i segni di quelle ferite. Con gioia, dunque, pubblichiamo la relazione che ci è stata inviata dalle nostre consorelle a Livorno.

RELAZIONE SULLA MISSIONE POPOLARE A LIVORNO COMUNITÀ PASTORALE DEI “ TRE ARCANGELI”
Chiesa di Nostra Signora di Lourdes
9-20 settembre 2018
“Chi ha sete venga a me e beva!” (Gv 7,37)

Nel primo anniversario dell’alluvione, in occasione della riconsegna dei locali ristrutturati dalla Caritas alla Comunità, siamo stati chiamati dalla stessa Caritas ad animare un tempo di missione nella realtà di Collinaia, Chiesa Nostra Signora di Lourdes, all’interno della Comunità Pastorale dei “Tre Arcangeli”, che si compone di tre parrocchie e quasi 20.000 abitanti (la sola Collinaia è abitata da circa 4.000 persone).
I missionari impegnati nella missione erano: p. Francesco Gusmeroli, p. Angelo Marras, p. Stefano Seri, p. Carmine Maddalese, coadiuvati in alcuni momenti dai diaconi permanenti, Roberto e Paolo, da sr. Giusy, sr. Anna e sr. Costanza per le Figlie della Carità e da sr. Carmen e sr. Giuseppina per le suore Venerini.
I sacerdoti della Comunità Pastorale ci hanno invece coadiuvati per quanto riguarda l’organizzazione e la buona riuscita di ogni momento, garantendoci una presenza costante e attenta.

Obiettivo e programma della Missione

L’obiettivo primario della missione, seguendo l’intuizione pastorale voluta dalla Caritas, era quello di riconsegnare alla collettività, oltre ai locali restaurati in tempo di record, anche una “comunità” che desse un’anima a questi ambienti.
Per farlo ci siamo adoperati per portare la Buona Notizia del Vangelo a tutte le persone del quartiere, con un’attenzione particolare a quelle colpite dall’alluvione, nel tentativo di riavvicinare la comunità alla sua Chiesa e ridare slancio a una realtà ferita sia a causa dell’alluvione, sia a motivo di una realtà ecclesiale impoveritasi nel tempo sia in termini di fede che di partecipazione.
La Missione è stata preparata e realizzata tenendo conto delle esigenze emerse all’interno del Consiglio Pastorale e dell’Equipe della Comunità Pastorale.
Il programma definitivo si componeva di 21 giorni di cui, i primi dieci sono stati dedicati alla visita agli anziani ammalati, soli, al mattino, e alle famiglie nel pomeriggio. Terminata la prima parte ci siamo dedicati allo svolgimento delle altre attività tipiche della Missione, gli incontri suddivisi per le diverse fasce di età, la messa con predicazione giornaliera, i centri di Ascolto del Vangelo nelle Case, la Veglia Mariana, le Celebrazioni Penitenziali, la giornata Eucaristica, la giornata del Malato con l’unzione degli infermi, la giornata della Carità che ha visto la presenza del Vescovo per il mandato agli operatori della Carità della Diocesi, la giornata di apertura del Catechismo e la Festa della Comunità Pastorale a chiusura della Missione.
Come missionari ci siamo impegnati, inoltre, a offrire una presenza costante sul territorio, mattina e pomeriggio, tenendo aperta la Chiesa e i locali, affinché chi passasse di lì potesse trovare un sacerdote con cui dialogare o accedere al Sacramento del Perdono.

Visita alle Famiglie e ammalati

Uno degli aspetti più caratteristici della Missione è la visita casa per casa, che ha visto impegnati i missionari insieme a 2 diaconi permanenti della Diocesi, due Figlie della Carità e due suore Venerini. Ogni pomeriggio dalle ore 17 in avanti, in otto partivamo per visitare le famiglie, dividendoci le vie del quartiere.
La visita ha avuto un esito simile a quello della benedizione delle case, circa il 30% delle persone ci ha aperto, accolto, il restante 70% o non era in casa o non ha mostrato interesse, a volte in maniera anche non molto accogliente, da segnalare un generale disinteresse, se non opposizione, nei confronti della stessa Chiesa.
Chi ci ha accolti invece, ha mostrato un chiaro gradimento per l’iniziativa della Missione, la Chiesa aperta con la presenza costante di uno di noi è risultato un punto di forza che ha fatto tornare la voglia di avvicinarsi, di entrare.
Abbiamo visitato gli ammalati, tra di loro una decina quelli che hanno chiesto il conforto dei Sacramenti, in alcuni casi è stato possibile anche celebrare l’Eucaristica in casa, un buon numero invece ha mostrato un qualche interesse per la vita di fede, ma non ha voluto ricevere i Sacramenti.
Grazie alla visita abbiamo potuto incontrare anche le famiglie alluvionate, 12 sono le più colpite, abbiamo ricevuto un’ottima accoglienza e ci siamo potuti dedicare all’ascolto raccogliendo le loro storie e intrecciando positive relazioni, con uno sguardo di fede, laddove era possibile, rivolto a trovare una strada per ricominciare.
In passato Collinaia ha vissuto molto forte il clima della comunità, gli anziani ci raccontavano che nonostante i tempi fossero duri, la gente si aiutava, comunisti e non partecipavano alla vita della comunità in maniera attiva, aiutandosi, c’era molto senso di appartenenza.
Una figura spesso ricordata è don Gabriele Mura (1975-1992), uno dei primi sacerdoti che a Collinaia è riuscito a dare un’anima, quella di una comunità che condivide.

La Vita di Fede

Dal punto di vista della Fede, sono molti coloro che si dicono credenti ma non frequentano la Chiesa, e in coloro che frequentano si denota un accento importante a livello di devozione a Maria. Dal punto di vista Sacramentale, sono poche le persone che si sono avvicinate al Sacramento del Perdono, cosa alquanto rara nelle Missioni che in genere hanno proprio nella confessione uno dei punti di forza, approfittando della presenza dei Missionari.
La frequenza alla messa feriale è passata dalle 4-5 persone dei primi giorni, ai 10-15 degli ultimi, con una partecipazione attiva e interessata ai temi di fede toccati dai missionari.
La frequenza domenicale si è mostrata più o meno la stessa dall’inizio alla fine.

Per noi Maestre Pie è stata un’esperienza forte, di relazioni umane e spirituali e siamo grate al Signore per quanto ci ha donato in questo tempo di Grazia.

La Comunità delle Maestre Pie Venerini di Livorno