Con profonda commozione pubblichiamo la testimonianza inviataci dalla nostra Comunità in Albania, colpita dal terremoto lo scorso 26 novembre. Ci uniamo al dolore per la morte di così tante persone e alle preghiere perché il Signore sostenga chi è rimasto e perché l’aquila albanese possa presto tornare a spiegare le sue ali ora ferite.
«Ci siamo svegliate impaurite dalle scosse violente del terremoto nel cuore della notte, abbiamo abbracciato e avvolto nelle coperte le nostre ragazze di Casa Rozalba terrorizzate e immerse nelle lacrime. In mente viene subito il passo biblico: “Anche se la terra trema io non avrò paura perché il Signore è la roccia della mia salvezza” (cfr. Sal 46). Abbiamo passato le ultime ore della notte tra una scossa e un’altra, nei divani, per terra ma accanto alle nostre ragazze che più che mai necessitavano la nostra presenza.
il buio della notte lascia spazio alla luce del giorno, il tempo di verificare che, tranne qualche crepa preoccupante all’oratorio, per il resto è tutto in ordine, sentiamo le terribili notizie arrivare da Durazzo, Tirana e Thumane dove i danni sono enormi e si cominciano a contare i morti. Nel cuore il solo desiderio di essere vicini ai nostri fratelli, per cui organizziamo un gruppo di giovani e partiamo per Thumane, il luogo più ferito, ma con idee non molto chiare. Thumane è un villaggio che oggi sta cercando i propri figli rapiti dalla terra, un villaggio che sta accogliendo questi figli nelle tende perché non hanno più una casa. Quando arriviamo, le immagini sono veramente drammatiche…Cerchi di dare una mano ma ciò di cui hanno veramente è di essere accompagnati nel loro dolore.
Abbiamo visto il volto innocente di Kristjan, il quale, condannato per il furto di un telefono ma poi dichiarato innocente, al primo giorno di libertà se ne è andato da questa vita, sepolto sotto un cumulo di macerie. Abbiamo incontrato il volto di una mamma che grida: “Lasciatemi andare da questo mondo per poter abbracciare mia figlia!”. Abbiamo visto come l’amore ti rende roccia per chi vuoi bene e l’abbiamo visto nel coraggio di una nonna che per salvare sua nipote ha dato la propria vita. Abbiamo visto le forze di Renea che, con le sole mani e senza guanti, hanno strappato alla terra quelli che essa aveva rapito ingiustamente; abbiamo incontrato tante persone di buona volontà che hanno portato cibi, vestiti, coperte, materassi; abbiamo notato tanti bambini terrorizzati che nella tenda disegnavano il mostro che aveva distrutto i loro sogni; abbiamo toccato con mano la tristezza ma anche piccole luci di speranza negli occhi dei genitori. Abbiamo capito che un cane è fedele alla vita e sta con le persone anche nelle macerie; abbiamo visto come centinaia di persone passano la notte all’aperto e nelle macchine dalla paura o dalla non possibilità di vivere nella casa costruita con tanto sacrificio; abbiamo visto la generosità di tanti paesi che, appena ricevuta la notizia, sono partiti senza pensarci due volte; abbiamo scoperto che dentro ognuno di noi c’è l’amore per questo paese il quale è stato provato duramente, ma siamo sicuri che il paese delle aquile riprenderà il volo e noi saremo là a dire: “Lo sapevamo, Terra nostra, che sei un’aquila ferita ma non uccisa, vola e non arrenderti per tutti quelli che sperano, lottano e sognano con te e per te.”
Vola aquila e consegna al cielo quei figli che la terra ha deciso di rapire, vola e rialza quei figli che il dolore ha buttato a terra, vola e accendi nel cuore di ciascuno di noi il desiderio di ricominciare!».