L’Angelo disse ai pastori:
«Non temete! Ecco, vi annuncio una grande gioia,
che sarà di tutto il popolo:
oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore,
che è Cristo Signore. Questo per voi il segno:
troverete un bambino avvolto in fasce,
adagiato in una mangiatoia» (Lc 2, 10-12)
Carissimi,
in questo nuovo Natale, fermiamoci attoniti, frastornati, commossi dalla sconvolgente semplicità del presepe, della grotta di Betlemme. Regaliamoci questa esperienza di silenzio, di meditazione, di interiore consolazione. Lasciamoci stupire dall’impensabile: Dio il creatore, il vasaio sapiente e innamorato che in principio ha impastato Adamo con argilla e luce, oggi «diventa Lui stesso argilla di un piccolo vaso, fragile e bellissimo» (E. Ronchi).
Contempliamo: Dio è un Bambino, fasciato di tenerezza da una giovanissima madre. È un Bambino che si consegna, che non pretende nulla, che viene in mezzo a noi annullando ogni distanza tra cielo e terra. Come ogni bimbo che nasce, vivrà solo se qualcuno si prenderà cura di lui. Dio si mette nelle nostre mani, vivrà se noi lo amiamo. La scelta dell’incarnazione, della vicinanza di Dio all’umanità, è il cammino della gioia. Gesù Bambino nella mangiatoia tende le braccia per accogliere la vita e il dolore nostro e dei fratelli. Ci invita a lasciarci stringere e scaldare dal suo tenero cuore di carne, a sentirci protetti e sicuri, inebriati d’eternità. «Abbiamo sempre bisogno di lasciarci rinnovare dal sorriso di Gesù Bambino. Lasciare che la sua bontà disarmata ci purifichi dalle scorie che spesso incrostano i nostri cuori» (Papa Francesco). Il suo umile amore ci cambia. Ci abilita ad amare gli altri con il suo stesso cuore umano. La rivoluzione della tenerezza, inaugurata da Lui, Figlio di Dio, la notte del primo Natale, passa attraverso il nostro donarci e servire.
Prendo in prestito le parole straordinarie e umanissime dell’indimenticabile Tonino Bello perché ci aiutino a metterciin cammino verso la sorgente di tanto Amore: «[…] Andiamo fino a Betlemme, come i pastori. L’importante è muoversi. Per Gesù Cristo vale la pena lasciare tutto: ve lo assicuro. E se, invece di un Dio glorioso, ci imbattiamo nella fragilità di un bambino, con tutte le connotazioni della miseria, non ci venga il dubbio di aver sbagliato percorso. Perché, da quella notte, le fasce della debolezza e la mangiatoia della povertà sono divenuti i simboli nuovi della onnipotenza di Dio. Anzi, da quel Natale, il volto spaurito degli oppressi, le membra dei sofferenti, la solitudine degli infelici, l’amarezza di tutti gli ultimi della terra, sono divenuti il luogo dove Egli continua a vivere in clandestinità. A noi il compito di cercarlo. E saremo beati se sapremo riconoscere il tempo della sua visita.
Mettiamoci in cammino, dunque, senza paura. Il Natale di quest’anno ci farà trovare Gesù e, con Lui, il bandolo della nostra esistenza redenta, la festa di vivere, il gusto dell’essenziale, il sapore delle cose semplici, la fontana della pace, la gioia del dialogo, il piacere della collaborazione, la voglia dell’impegno storico, lo stupore della vera libertà, la tenerezza della preghiera. Allora, finalmente, non solo il cielo dei nostri presepi, ma anche quello della nostra anima sarà libero di smog, privo di segni di morte e illuminato di stelle. E dal nostro cuore, non più pietrificato dalle delusioni, strariperà la speranza”.
Buon natale e Sereno Anno Nuovo!
Il 2020 ci regali il tempo necessario per vivere di fede, per lavorare ed educare alla pace, per sperare ed amare sempre, per fare del mondo la casa accogliente per tutti.
Prego per ciascuno di voi e per i vostri familiari mentre vi abbraccio e vi benedico con cuore di madre,
Sr. Eliana Massimi
Santo Natale 2019