«Una cosa tuttavia è certa: dobbiamo contribuire ad aumentare la scorta di amore su questa terra. Ogni briciola di odio che si aggiunge all’odio esorbitante che già esiste, rende questo mondo più inospitale e invivibile» (Etty Hillesum)
Mai come quest’anno, in questo nostro andare verso la Pasqua, abbiamo assaporato la drammaticità del racconto della Passione di Gesù. L’evangelista Luca racconta il momento del sacrificio estremo di Gesù, stritolato dagli interessi e dai poteri religiosi e civili e il sopravvento delle tenebre: «Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato…» (Lc 23, 44-45).
Sì, abbiamo la sensazione terrificante che la guerra europea e le tante altre guerre che devastano la Terra, oscurino il cielo, eclissino il sole. Bombe, devastazioni, violenze, morte, dolorosi esodi… sono solo tenebra fitta e fredda. È La scelta della sopraffazione che oscura la mente e i cuori. E Dio, in Gesù suo Figlio, vede perpetuarsi il martirio degli innocenti: «Quando si usa violenza non si sa più nulla su Dio, che è Padre, e nemmeno sugli altri, che sono fratelli. Si dimentica perché si sta al mondo e si arriva a compiere crudeltà assurde. Lo vediamo nella follia della guerra, dove si torna a crocifiggere Cristo. Sì, Cristo è ancora una volta inchiodato alla croce nelle madri che piangono la morte ingiusta dei mariti e dei figli. È crocifisso nei profughi che fuggono dalle bombe con i bambini in braccio. È crocifisso negli anziani lasciati soli a morire, nei giovani privati di futuro, nei soldati mandati a uccidere i loro fratelli. Cristo è crocifisso lì, oggi» (Papa Francesco).
Come squarciare questo buio? Come lenire tanto dolore? Lo possiamo solo a patto che contempliamo lo sguardo del Crocifisso. I suoi occhi guardano lontano, vedono ciò che i suoi carnefici non vedono, scrutano in profondità i cuori dei presenti… e muovono il suo cuore a compassione. Gesù trova in ciò la forza serena per sopportare l’indicibile dolore e la grande determinazione di compiere la volontà di Dio. Nei suoi occhi, «sopra ogni altra cosa vi è amore: un amore senza limiti, profondo, immenso, scaturito dalla solidissima intimità con Dio, un amore che raggiunge tutti gli esseri umani qualunque sia il luogo in cui sono, furono o saranno. Non c’è nulla di cui Egli non abbia piena conoscenza. Non c’è nessuno che Egli non ami pienamente» (Henri Nouwen).
La scelta d’amore vissuta fino alla fine dal Crocifisso morto e sepolto, Gli restituisce la Vita e ridona luce a tutta la terra. Noi siamo testimoni di questa luminosa Resurrezione e l’annunciamo a tutti.
«Noi dobbiamo dare questa speranza al mondo, perché… perché non tema. Il nostro cammino ha per meta la luce, il nostro cammino ha come meta la vita; il nostro cammino ha come meta l’amore. Il Cristo risorto ci ha aperto tutte le strade, non possiamo temere più» (Divo Barsotti).
La nostra gratitudine a Gesù il Vivente, la nostra decisione di seguirlo sulle strade impegnative della fede, della misericordia, del perdono, della compassione e dell’accoglienza, salgano al cielo, diventino la preghiera più potente delle bombe, dei missili, della violenza cieca… e ci ottengano la PACE.
La certezza che il Signore Risorto cammina con noi sulla strada della vita, che continua a spiegarci la Scritture in cui c’è il senso del perdono di Dio assicurato a ciascuno di noi, può cambiare ogni pianto in danza (Sl 30,22). «Con Lui non è mai finita, non è mai troppo tardi. Con Dio si può sempre tornare a vivere. Coraggio, camminiamo verso la Pasqua con il suo perdono» (Papa Francesco).
Affidiamo all’abbraccio materno della Madonna Addolorata il nostro mondo violento, il nostro mondo ferito, il nostro desiderio di vivere per amore, come Lei. Per tutti, la Pasqua sia il reale passaggio dalla notte al giorno. Dalla schiavitù alla libertà. Dalla morte e dalle guerre alla vita riscattata e garantita da Gesù Risorto. Auguri!
Sr. Eliana Massimi
Roma, 17 aprile 2022, Pasqua di Resurrezione
«Signore Gesù, noi sappiamo che tu solo
sei la sorgente della nostra speranza.
Sappiamo che in ogni uomo e in ogni donna
ci sono semi di speranza, perché li hai posti Tu;
ma dobbiamo saperli scoprire e far germinare,
e dar “ragione della speranza che è in noi”
impegnandoci a conoscerti sempre meglio,
per poter illuminare la vita di tutti.
Aiutaci, Signore, a credere in Te,
presente nella nostra vita;
a dare nuovo vigore alla nostra speranza,
per concorrere, con gioia e dinamismo,
a costruire una città affidabile,
dove edificare ogni giorno,
con l’impegno di tutti, credenti e non credenti,
comunità più solidali e fraterne,
dove spezzare il pane delle nostre mense,
delle nostre inquietudini e sofferenze,
delle gioie e delle attese;
dove annunciare Te, nostra unica speranza. Amen»