IL MIRACOLO CHE HA PORTATO ALLA CANONIZZAZIONE
Onguen Meyong, nato il 16 ottobre 1992, viveva a Sangmelima (Cameroun) con la mamma, Catherine, cinque fratelli e tre sorelle. Gli amici lo chiamavano Topolino.
Nel 1997 cominciò a dare segni di malessere fisico: accusava febbre, debolezza e astenia.
La mamma credeva si trattasse di malaria e cercò di curarlo come meglio potè.
Ma il bambino deperiva a vista d’occhio.
Nel 1999 la mamma, procurandosi a fatica i mezzi economici, lo condusse all’ospedale Centrale di Enongal, situato a cinque chilometri dalla città di Ebolowa.
ll 3 giugno 1999 il bambino si presentava con un ganglio al collo, un enorme gonfiore al ventre e pesava solo 19 chili.
Il dottor Oblang Henri, chirurgo e capo medico dell’ospedale Centrale della Chiesa Presbiteriana Camerunese di Enongal, osservò uno stato generale molto alterato, gonfiore addominale con l’ascite di grande abbondanza ed epato-splenomegalia. Adenopatie latero-cervicali destre, ascellari e inguinali.
Il 9 giugno il piccolo Onguen fu sottoposto alla biopsia ganglio-cervicale.
In attesa dei risultati, che dovevano pervenire dal Centro Pasteur di Yaoundé, dal momento che l’ospedale di Enongal non era attrezzato, Onguen fu mandato a casa. Le sue condizioni di salute peggiorarono, tanto che il 21 giugno fu ricondotto all’ospedale per un controllo. Ma i risultati della biopsia non erano ancora arrivati, per cui i medici lo rimandarono a casa prescrivendo solo dei calmanti. Il gonfiore al collo e al ventre aumentò ancora e i dolori divennero strazianti.
La mamma, non sapendo più cosa fare, pensò di portare Onguen al lebbrosario di Ngalane (Ebolowa), dove vive la nonna, Madeleine. Mamma e nonna si rivolsero con fiducia a suor Maria Josè Carregosa Santana, la Maestra Pia Venerini di origine brasiliana, che da tanti anni dirige il lebbrosario ed è considerata l’Angelo dei malati. Commossa dalle suppliche delle due donne e impressionata dalle urla strazianti del piccolo, suor Maria Josè ebbe una sola idea: proporre ai Lebbrosi di invocare con tutte le forze la sua Fondatrice, Rosa Venerini.
Il catechista del villaggio, Joseph, suonò la campana a raccolta. Tutti risposero all’invito di cominciare una Novena di preghiere alla Beata Rosa Venerini. C’erano cattolici, luterani, animisti, uniti da un’unica speranza: ottenere da Dio la guarigione del bambino. Al quinto giorno Onguen stava già meglio: cominciò a mangiare volentieri e a giocherellare. Al termine della Novena il ganglio al collo, il gonfiore al ventre e i dolori erano completamente scomparsi. Quando nel mese di novembre, con ritardo inspiegabile giunse la risposta della biopsia, che confermava la diagnosi di adenite tubercolosa follicolo-caseosa, Onguen correva allegramente con i suoi coetanei. E non ricordava più i dolori strazianti di tre mesi prima.
Rosa Venerini aveva pregato per lui: tutti ne erano convinti.
Gli Attori della Causa di canonizzazione di Rosa Venerini hanno sottoposto al giudizio della Congregazione delle Cause dei Santi l’asserita guarigione miracolosa del bambino. L’inchiesta diocesana fu istruita nella diocesi di Ebolowa-Kribi nel 2004 e la sua validità giuridica fu riconosciuta dalla Congregazione il 15 ottobre 2004.
Il 3 febbraio 2005 si tenne la Consulta Medica che emise parere unanimemente affermativo sull’inspiegabilità scientifica della suddetta guarigione.
Il 17 maggio 2005 i Consultori Teologi si espressero a favore della preternaturalità dell’evento.
Il 13 dicembre 2005 i Cardinali e i Vescovi in sessione ordinaria riconobbero anch’essi che la guarigione del bambino Onguen Meyong fu un fatto miracoloso, avvenuto per intercessione della Beata Rosa Venerini.
ll 28 aprile 2006 Sua Santità Benedetto XVI ha disposto la promulgazione del Decreto sul miracolo per la canonizzazione. Il 1 luglio, nel suo primo Concistoro Ordinario Pubblico, ha stabilito la canonizzazione per il 15 Ottobre 2006.